Architettura:Simbolo di imponenza

manuale più approfondito per quanto riguarda l' architettura

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  1. illusionist
     
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    Architettura:Simbolo di imponenza
    L' 'architettura è la disciplina che ha come scopo l'organizzazione dello spazio a qualsiasi scala, ma principalmente quella in cui vive l'essere umano. Semplificando si può dire che essa attiene principalmente alla progettazione e costruzione di un immobile o dell'ambiente costruito.

    Finché l'uomo ha avuto capacità cognitive tali da potersi organizzare in civiltà, l'architettura è sempre esistita. L'architettura è nata anzitutto per soddisfare le necessità biologiche dell'uomo quali la protezione dagli agenti atmosferici, e proprio per questo è tra le discipline maggiormente presenti in tutte le civiltà. Solo in un secondo momento, con lo sviluppo della divisione del lavoro nella società, alla funzione primaria vennero aggiunte funzioni secondarie in numero sempre crescente. Con la comparsa di caratteri estetici si ebbe la nascita dell'architettura anche come arte visiva, dotata però di proprie caratteristiche peculiari. Sarebbe riduttivo anche parlare di valori estetici in quanto una buona architettura è spesso frutto di valori etici e di uno studio con approccio quasi scientifico sul modo di operare. Risultato di questa operazione deve essere anche un ammirabile valore artistico.

    Definire l'architettura risulta difficile in quanto il fenomeno architettonico è stato sempre presente nella cultura dell'uomo, acquistando caratteristiche, definizioni, funzioni, aspetti spaziali e costruttivi spesso differenti o addirittura contrastanti da civiltà a civiltà o da epoca ad epoca.

    Nell'architettura concorrono aspetti tecnici ed artistici. Fa parte delle cosiddette arti visive plastiche, insieme alla scultura.





    Etimologia della parola:
    "Architettura" deriva da architetto, termine derivato nelle lingue occidentali dal latino architectus, ma di origine greca: ἀρχιτέκτων (pronuncia architéktōn), parola composta dai termini ἀρχή (árche) e τέκτων (técton) che significa "ingegnere", "capo costruttore", "primo artefice" o proprio "architetto"

    Il primo termine, ρχή – connesso con ρχειν (árchein), “principiare”, “comandare” –, esprime in greco antico il significato di "impresa", "partenza", "origine", "fondazione" o "guida". Introdotto da Anassimandro, ἀρχή trova nella Metafisica di Aristotele (V, 1, 1012b-1013a) la sua prima completa definizione, conservatasi fino alla modernità. Aristotele distingue almeno sei accezioni del termine, riconducibili ai due significati principali di ἀρχή, ossia primo per importanza o primo in ordine temporale. Quando primato valoriale e primato temporale coincidono, ἀρχή esprime la divinità: Dio come massimo valore e causa prima di tutte le cose. Il secondo termine, τέκτων (técton), richiama diversi significati, tra i quali "inventare", "creare", "plasmare", "costruire": il fare tecnico ma anche l'arte, il fare manuale ma anche l'artigianato. L'unione dei due termini in ἀρχιτέκτων la troviamo per la prima volta da Erodoto, Storie (III, 60, 4), e vuole indicare chi provveda a dar norma razionale alla costruzione di alcunché. Il riferimento all'edilizia o all'abitazione non è affatto esplicito; anzi, l'ρχιτέκτων originariamente si occupa di quanto è "costruibile" in generale. Questa interpretazione è sancita da Vitruvio, il quale definisce l'architettura come attività che "nascitur ex fabrica et ratiocinatione", cioè dalla capacità fabbricativa congiunta alla consapevolezza teorica. Altro aspetto interessante è costituito dalla permanenza fonetica e dalla somiglianza letterale e dalla somiglianza grafica che il termine ha conservato in molte lingue europee: architecture in francese, architecture in inglese, arquitectura in spagnolo, architektur in tedesco (che però gli aggiunge il termine baukunst che letteralmente significa "arte del costruire").



    Architettura attraverso i secoli:

    -Il primo vero trattato di architettura è il De architectura di Vitruvio, in cui viene data una prima definizione della disciplina e si delinea la figura dell'architetto e delle sue conoscenze. Il De architectura influenzerà in particolar modo l'architettura dal secolo XV al secolo XIX.

    -Il primo vero trattato di architettura è il De architectura di Vitruvio, in cui viene data una prima definizione della disciplina e si delinea la figura dell'architetto e delle sue conoscenze. Il De architectura influenzerà in particolar modo l'architettura dal secolo XV al secolo XIX.

    -Rinascimento(età dell' umanesimo)
    Mentre nel resto dell'Europa il gotico resterà lo stile predominante per lungo tempo, in Italia il Rinascimento pone l'architettura sotto una nuova luce. Uno dei trattati fondamentali fu il De re aedificatoria di Leon Battista Alberti che si rifà alla triade Vitruviana (firmitas, utilitas, venustas). Nel secoli XV e XVI si sviluppò il concetto di città ideale, per la prima volta l'architettura si interessa alla città e alla corretta disposizione dei suoi elementi.[7] Fu durante l'umanesimo invece il passaggio dell'architetto da artista-artigiano a quello di artista scienziato universale.[8] Particolarmente importante fu anche la figura del Vignola che contribuì a creare un lessico uniforme dell'architettura mediante la catalogazione degli ordini architettonici classici

    -nel settecento L'architettura viene estesa alla progettazione di ampi spazi verdi, come i giardini delle regge e dei palazzi signorili.

    -nell' ottocento avviene la definitiva scissione della professione di ingegnere da quella dell'architetto; in più mentre alcune facoltà di ingegneria si andranno formando in Europa nelle università, l'architettura verrà confinata nelle accademie di belle arti, rimanendo in alcuni casi un mero esercizio artistico, lontana da questioni di ordine pratico e funzionale.[12][13] Negli Stati Uniti d'America si sviluppa invece la scuola di Chicago, in cui l'architettura si troverà a confrontarsi con edifici molto alti e con un materiale nuovo: il calcestruzzo armato. In Francia, grazie al contributo di Viollet-Le-Duc, nasce il restauro e un intenso dibattito attorno a questa disciplina coinvolgerà anche l'Inghilterra prima (John Ruskin e William Morris) e l'Italia poi (Camillo Boito e Luca Beltrami).

    -l Novecento e il Razionalismo
    Una serie di fattori, fra cui la teoria dell'einfulung dell'Art Nouveau e quella della pura visibilità di Konrad Fiedler, la questione delle abitazioni popolari nata dalla prima guerra mondiale, i conflitti fra le classi sociali, porteranno alla nascita in architettura di quel movimento progettuale e teorico chiamato razionalismo. L'architettura farà propria tutta una serie di discipline per poter permettere all'architetto di arrivare a progettare dagli oggetti più piccoli a quelli più grandi; si tenderà ad eliminare qualsiasi velleità artistica dal concetto di architettura in favore di opere maggiormente improntate all'utilità e al servizio della gente. Tra i grandi teorici e fautori di questo movimento vi sono stati Le Corbusier, Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright. Tra gli altri grandi maestri del Novecento si ricordano Alvar Aalto e Oscar Niemeyer.

    In Italia grande importanza ha avuto l'esperienza futurista di Antonio Sant'Elia e Mario Chiattone. Sempre in Italia vale la pena ricordare Marcello Piacentini, Pier Luigi Nervi, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi.


    L' espressione architettonica:
    L'architettura, a differenza di altre forme artistiche quali per esempio la pittura e la scultura, non si presenta in maniera "completa" allo spettatore: per esempio un dipinto è fatto per essere visto standogli di fronte, una scultura può richiedere di girarci intorno, ma di un'architettura si possono avere solo delle impressioni parziali dell'insieme: ad esempio solo la facciata dell'edificio, solo una stanza per volta, solo una veduta in pianta. Soltanto con uno sforzo intellettivo possiamo quindi valutare l'insieme reale di un complesso architettonico.

    Su questo aspetto di esperienza "parziale" dell'osservatore a volte alcuni architetti ed artisti hanno anche giocato: si pensi solo all'esempio della galleria prospettica di Palazzo Spada a Roma, dove Francesco Borromini deformò gli elementi architettonici per dare l'idea di una grande profondità che in realtà non esiste.

    Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo (aspectus), ma sì con l'intuizione diligente (obtudus)". L'"obtudus" è quindi un sguardo penetrante, raziocinate, mentre l'"aspectus" è la semplice visione esteriore: va da sé che solo con l'uso del primo si può comprendere un'opera architettonica, mentre l'"aspectus" è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura.

    La percezione dello spazio è un aspetto complesso dell'esperienza umana e non è riducibile al senso della vista. Ammirare la foto di un edificio in una rivista e visitare lo stesso edificio inserito nell'ambiente costituiscono esperienze diverse, incomparabili. Ancora, più visite allo stesso edificio possono dare sensazioni molto diverse, ad esempio a seconda dell'ora del giorno e della stagione. Per cogliere la ricchezza dell'architettura è necessario farne esperienza diretta.


    Pilastri gotici nella Basilica di Saint Denis, presso Parigi (opera di Emil Pierre Joseph de Cauwer).
    « La forma architettonica parte da un'idea, di chi progetta, e torna a un'idea, di chi la percepisce. Non necessariamente - anzi quasi mai - (...) coincidono. »
    (Giovanni Leoncini, Introduzione alla storia dell'architettura)
    Un altro elemento di difficoltà è rappresentato dalla costante evoluzione nei secoli delle forme degli edifici, in relazione al mutare delle necessità della società. I grandi edifici antichi non venivano considerati come opere "finite"[18], al pari di una quadro o di una statua, ma venivano periodicamente modificati e aggiornati, acquisendo una sorta di "vita" evolutiva: alcuni[19] parlano in questo caso di formatività, intesa come il processo dinamico a più riprese di invenzione e produzione. Per questo davanti ad un'opera del passato, in maniera più frequente davanti ad un'opera architettonica, dobbiamo immaginare di sfogliare strati a "cipolla" di aggiunte, manomissioni e sottrazioni di epoche diverse.

    Questa difficoltà di percezione ha come conseguenza che sia difficile avere un'esperienza "univoca" dell'architettura e il concetto stesso di quest'arte è difficilmente inquadrabile in termini assoluti, come testimoniano anche la grande varietà di definizioni che si sono succedute nei secoli.

    Una corretta percezione di una costruzione dà luogo alla comprensione della forma architettonica. La forma architettonica è la summa di tre fattori sostanziali, combinati organicamente e non in gerarchia:

    Le strutture (gli elementi costruttivi)
    Lo spazio (inteso come la disposizione nell'ambiente con volumi pieni e vuoti)
    Il disegno
    Una perfetta fusione di questi tre fattori dà un'opera architettonica quale "opera d'arte". Un esempio possono essere i pilastri gotici di una basilica come Saint Denis presso Parigi: la struttura è composta dai conci di pietra appositamente scolpiti e sovrapposti; questa struttura dà vita a uno spazio pieno, cioè al volume stesso del pilastro, che si estende nello spazio vuoto della navata; questo volume ha un disegno tridimensionale, che però non è dovuto solo a motivi decorativi, ma ciascuna semicolonnina che vi si affaccia si prolunga in precisi elementi architettonici (degli archi, del cleristorio, fino ai costoloni delle volte), per cui si può dire che i tre fattori sono inestricabilmente collegati.

    Architettura e volume:
    Tra i fattori costitutivi dell'architettura c'è la valutazione del volume costruito, cioè del modo di disporsi e rapportarsi degli edifici nello spazio. Si hanno così due estremi, tra i quali esiste una vasta gamma di possibilità:

    architetture in funzione del solo volume.
    architetture in funzione del solo spazio.
    Con spazio si intende uno spazio "artificiale" creato dalla costruzione, che sia finito, ordinato e protetto, a differenza dello spazio naturale aperto.

    Un esempio di architettura di solo volume è una forma pura come quella delle Piramidi, la cui struttura è dettata dal raggiungimento di una forma esterna e si disinteressa quasi completamente dello spazio interno. Un caso opposto di architettura eretta a partire dello spazio può essere quello di una basilica cristiana, nella quale la costruzione esterna può essere vista come un semplice involucro determinato dallo spazio interno. Un esempio di compenetrazione intermedia può essere quello del tempio greco, dove spazi vuoti e pieni sono determinati da precisi rapporti, con alcuni elementi di volume indipendente, come le colonne, e altri che invece perderebbero di significato se isolati dal contesto dell'edificio al quale appartengono.

    Lo studio della storia dell'architettura non è solo un mero esercizio di individuazione degli stili e delle tecniche e della loro evoluzione nel tempo. È importante capire anche quali sono i fini che una società rispetto a un edificio, le conoscenze tecniche e i materiali disponibili che hanno determinato la costruzione. Per esempio si possono elencare le differenze oggettive tra: un tempio greco dell'antichità e una chiesa. Nell'antichità le funzioni religiose avvenivano all'esterno dell'edificio: la cella era riservata alla simbolica residenza del dio, qui accedevano solo pochissimi sacerdoti, mentre nella chiesa la comunità dei fedeli si riuniva al suo interno, quindi è chiaro che l'edificio diventava luogo chiuso dove praticare le ritualità religiose.

    Nella realizzazione di un'opera architettonica hanno da sempre concorso sia le richieste di una committenza sia l'estro e la fantasia degli artisti. La mancanza di fatto di edifici fini a sé stessi (quando si costruisce c'è sempre almeno uno scopo pratico per il quale la costruzione è destinata) fa sì che l'aspetto della convergenza degli interessi di artisti e committenti sia rimasto un concetto chiave, rispetto ad altre forme di attività artistica dove l'artefice si è ormai affrancato dalla domanda.


    La Cattedrale di Brasilia di Oscar Niemeyer: la sua architettura è carica di riferimenti simbolici.
    I primi esempi di "architettura" come unione di stabilità, funzionalità e bellezza non sono quindi da ricercare nell'edilizia di tipo abitativo (in antico dettata solo da basilari esigenze di sussistenza), ma negli edifici collettivi (religiosi o civili) di quelle prime civiltà come quella mesopotamica o egizia: in tali opere confluivano infatti tutti gli sforzi di una comunità, compresa l'esigenza di abbellimento quale specchio del suo prestigio e della sua ricchezza.

    Un'architettura istintivamente votata alla bellezza si rintraccia già all'origine della civiltà, ma è comunque con il tempio greco che la maggior parte degli studiosi concordano nello stabilire almeno un punto fermo nell'evoluzione dell'arte del costruire: un primo traguardo inequivocabile di struttura architettonica completa di valenze progettuali, estetiche e funzionali, corroborata dalla teorizzazione degli ordini architettonici. I tre tipi di ordine (dorico, ionico e corinzio) infatti sono relativi a questioni puramente estetiche e la loro nascita indica come ormai non si guardasse più all'edificio solo secondo un punto di vista funzionale.

    Negli edifici infine sono confluiti nel tempo tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensità, che ne hanno influenzato la storia e la forma:

    valori funzionali, legati cioè a determinati bisogni dell'individuo e della società;
    valori simbolici, rapportati a realtà di altro ordine;
    valori sacri, della sfera religiosa;
    valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della società;
    altri valori (personali del committente o dell'architetto, valori universali, ecc.)
    L'effetto estetico non scaturisce quindi da un mero impatto visivo: ad esempio, nelle architetture riconducibili al Movimento Moderno, lo spazio viene modellato sulla base di precise esigenze funzionali e quindi il raggiungimento di un risultato estetico deriva dal perfetto adempimento di una funzione.


    Colle di Val d'Elsa: l'edificio della filiale della Banca Monte dei Paschi di Siena
    In definitiva l'architettura, più che espressione del singolo individuo (l'architetto) è quella di un ambiente, di un'epoca, di una società: tutt'al più, proprio valutando il maggiore o minore apporto personale dell'architetto rispetto al contesto generale, emergerà con più o meno forza il suo "genio".

    Nell'architettura high-tech, che vede nel Centre Pompidou di Renzo Piano una delle opere paradigmatiche, sono gli aspetti tecnici e strutturali che delineano i canoni di una nuova estetica, più aperta alle innovazioni tecnologiche e che porta di fatto ad un superamento della costante e dannosa dicotomia tra architetti ed ingegneri.


    Fonti:Italian Wikipedia e appunti personali

    ILLUSIONIST
    Capo clan dei vampiri,proprietario cartolibreria,direttore generale del corriere del mondo
     
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